Biografia

Siamo fatti anche noi della materia
di cui son fatti i sogni;
e nello spazio e nel tempo d'un sogno
è racchiusa la nostra breve vita.
William Shakespeare, La tempesta

Da piccoli tutti si disegna poi, chi sa perché, si smette. Avevo sei anni e, accovacciata in un angolo di casa, le matite colorate in grembo, riempivo pagine e pagine di un’agenda scaduta mentre mio padre metteva mano ad un grande bassorilievo in creta che occupava una intera parete della camera dove dormiva la nonna Checchina.

Lo vedevo svolazzare nel suo grembiule bianco, allontanarsi e ravvicinarsi, affondare il pollice nella creta, accarezzarla mentre, giorno dopo giorno, scena dopo scena, si materializzava il percorso di una donna che si apprestava a partorire serenamente in ospedale, accudita da premurose suorine.

Ai miei occhi di bambina quanto succedeva in quella stanza della casa sarà sembrato misterioso, se le storie che racconto disegnando, per quanto fantasiose possano essere, mantengono una loro familiare concretezza, inquietano ma non fanno paura o almeno lo spero.

Sicuramente se fossi nata maschio di questa passione ne avrei fatto un mestiere e mio padre, da buon maestro qual era, mi avrebbe insegnato tutto quello che sapeva di pittura e di scultura. Anche per assecondare i suoi sogni, mi sono laureata al Politecnico di Milano ma a costruire ci ha pensato mio figlio Giulio come altrimenti fece per tutta la vita mio nonno, mast’ Salvatore,

sapiente costruttore e raffinato scalpellino di mascheroni e mensole a sorreggere balconi, di ghirlande di fiori e frutta intorno alle finestre del suo paese nel Salento.

Nel 1963 la contestazione giovanile nei confronti di una società ingiusta e consumista mi ha sorpresa e conquistata connotando molte mie scelte.

Ho insegnato Progettazione architettonica e ambientale a Milano, sempre nello stesso Istituto, il Liceo Artistico Caravaggio. L’ho fatto con dedizione e, come una levatrice, ho aiutato tanti giovani a mettere passione e energia nelle cose che facevano e a darne un senso.

Ho allestito mostre d’arte e di architettura, mi sono occupata a livello amatoriale di grafica, ho illustrato anche qualche libro con i miei lavori, soprattutto non ho mai smesso di disegnare perché ogni superficie è buona per me quando ho una penna in mano.

Se non è ciò che vedo, se non sono i suoni che sento e le parole che si dicono, è la stessa superficie che mi trovo tra le mani a suggerirmi qualcosa che intravedo in una macchia, in una sfumatura, un corrugamento, in una imperfezione della forma. E ogni volta mi meraviglio di ciò che man mano appare ai miei occhi, la nascita di qualcosa che mi appartiene ma che non conosco ancora.